TOXOPLASMOSI IN GRAVIDANZA: come conoscerla in sei domande
La toxoplasmosi è un’infezione causata da un parassita chiamato Toxoplasma gondii; è l’incubo della gran parte delle donne incinte e causa numerose privazioni alimentari durante la gravidanza.
Difficilmente riuscirete ad accorgervi di aver contratto la toxoplasmosi: potrete non avere sintomi, o avere sintomi molto aspecifici comuni all’influenza come linfonodi ingrossati, stanchezza, febbricola, malessere generale. In condizioni normali quindi non porta grossi problemi, ma bisogna stare attente in gravidanza perché può essere molto pericolosa per il feto.
Toxoplasmosi e gatti: è possibile la convivenza?
Normalmente questo parassita è presente in uccelli, topi e altre carni crude. Il gatto è l’unico animale che, SE mangia un animale infetto, inizia ad eliminare il parassita per soli 14 giorni.
Ebbene si, io sono una gattara ed avendo fatto le mie due gravidanze con i miei due gattoni, è doveroso da parte mia fare alcune precisazioni circa la convivenza con animali domestici durante la gravidanza:
- Il cane NON PUO’ trasmettere l’infezione
- Il gatto PUO’ trasmettere l’infezione attraverso le feci, quindi attraverso il circuito oro – fecale (e solo per 14 giorni): se provvedete a pulire la lettiera e vi lavate bene le mani, non correte alcun rischio.
- Il gatto PUO’ infettarsi SE E SOLO SE mangia un topo o un uccello infetto. Se il vostro gatto mangia solo croccantini e scatolette (come la maggior parte dei gatti domestici), non ha nessuna probabilità di infettarsi.
- Potete convivere con un gatto anche se siete incinte? SI. Potete accarezzare e coccolare il vostro gatto? SI.
Come si prende la toxoplasmosi? Cosa si può e cosa non si può mangiare?
In realtà è più facile che la via di infezione sia quella alimentare. E come?
MANGIANDO CARNE CRUDA CONTAMINATA E PRODOTTI DA TERRA (FRUTTA E VERDURA) CONTAMINATA E NON LAVATA BENE.
Se chiedete ad una donna incinta che regalo vorrebbe dopo il parto, sicuramente vi risponderà che vuole un bel panino con prosciutto crudo. Infatti gli affettati crudi sono proprio quelli che non si possono mangiare in gravidanza.
I prodotti da supermercato, a differenza di quelli artigianali, sono ben controllati ma è sempre meglio non rischiare e rimandare la degustazione al post-parto. Se proprio avete una voglia irrefrenabile si può mettere un po’ di salsiccia o prosciutto crudo su una pizza prima di passarli in forno (sempre che vi piaccia).
Per quanto riguarda la frutta e verdura invece, essendo fondamentali nella dieta è sempre bene lavarle accuratamente prima di mangiarli per togliere ogni traccia residua di terra.
Se il vostro hobby è il giardinaggio, potrete continuare a praticarlo, a patto che usiate dei guanti adatti e che (come al solito) procediate ad un corretto lavaggio delle mani in seguito.
Insomma, la vostra vita come vedete non verrà sottoposta a grandi stravolgimenti. Circolano infatti tante credenze popolari su questa malattia, spesso avallate anche da molti ginecologi (ahimè). Come ad esempio il fatto che il sushi, i molluschi e alcuni formaggi possano trasmettere la malattia: questo meriterebbe un capitolo a parte per parlarvi dei possibili rischi di questi alimenti, ma per ora vi dico che NON sono collegati al rischio toxoplasmosi.
Perchè devi ripetere le analisi del sangue ogni mese?
Fare le analisi è molto importante per due motivi:
- Inizialmente l’analisi servirà a capire se avete già contratto in passato l’infezione. In questo caso infatti, avrete gli anticorpi e non sarà necessario privarvi di un bel panino al prosciutto crudo!
- Nel caso in cui non siate immuni, è importante ripetere spesso le analisi per poter iniziare tempestivamente una cura in caso di un eventuale contagio accidentale durante i 9 mesi.
Quando farete le analisi verranno presi in considerazione due valori:
- Le IgG che saranno alte se avete contratto l’infezione in passato.
- Le IgM che saranno alte se avete l’infezione in atto.
Nei casi dubbi, il vostro medico vi prescriverà un altro test chiamato avidity test che serve ad accertare ancora più nel dettaglio quando si è verificata l’infezione: nei tre mesi precedenti o ancora prima.
Come cambia il rischio nei nove mesi?
Il rischio nel contrarre la toxoplasmosi in gravidanza, varia a seconda dell’epoca gestazionale. Vediamo insieme quali sono le fasi più a rischio e perché:
- Nel primo trimestre c’è una probabilità del 10% circa che l’infezione passi anche al feto. In questo periodo il rischio di aborto spontaneo è molto alto, insieme a sindromi cerebrali gravi come l’idrocefalo (un accumulo eccessivo di liquido in alcune cavità del cervello, con aumento delle dimensioni del cranio), calcificazioni intracraniche e ritardo mentale, e sindromi oculari gravi a livello della retina come la corioretinite.
- Nel secondo trimestre il rischio di trasmissione al feto arriva al 25%. In questo periodo restano le possibili complicazioni a livello neurologico ed oculare, e si riduce il rischio di aborto spontaneo.
- Nel terzo trimestre di gravidanza nonostante il rischio di trasmissione arrivi fino all’80%, si riducono drasticamente le possibilità di conseguenze gravi a livello cerebrale, mentre possono persistere i danni oculari anche a distanza in età adulta.
Da qui si capisce sempre di più l’importanza del controllo mensile dei valori tramite l’analisi del sangue, per instaurare il prima possibile una terapia corretta.
Ho contratto la toxoplasmosi. E ora?
Nel caso in cui abbiate contratto la toxoplasmosi in gravidanza, non è detto che l’infezione passi al feto, e questo si può verificare solo attraverso un’amniocentesi per verificarne la presenza nel liquido amniotico.
In ogni caso si procederà ad una opportuna terapia antibiotica sia per ridurre la possibilità di trasmissione al feto, sia per ridurre le conseguenze gravi.
Dopo la nascita il vostro bambino continuerà ad essere controllato periodicamente e potrebbe aver bisogno di continuare la terapia antibiotica durante il primo anno per prevenire i danni oculari che potrebbero verificarsi in seguito.
Allattamento al seno e toxoplasmosi sono compatibili?
L’allattamento al seno non è responsabile della trasmissione della malattia che, come detto in precedenza, si può trasmettere solo attraverso la placenta o per via oro – fecale. Quindi durante l’allattamento potrete ricominciare a mangiare gli alimenti a rischio con tranquillità.
Inoltre attraverso l’allattamento trasferirete al vostro bambino anticorpi preziosi che lo aiuteranno a superare meglio tutte le infezioni che incontrerà nei suoi primi mesi di vita.
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