Il VACCINO ANTINFLUENZALE PER BAMBINI E IN GRAVIDANZA: come e perchè è meglio farlo!
Ad autunno ormai inoltrato iniziano i primi malanni di stagione. La televisione e i giornali ci avvertono dell’imminente arrivo dell’influenza stagionale, avvisandoci che il vaccino è disponibile e gratuito per alcune fasce di popolazione. Si tratta della popolazione “a rischio”: bambini, anziani, donne in gravidanza e portatori di malattie croniche, cioè quelle persone che hanno un maggiore rischio di sviluppare a seguito dell’influenza, una serie di complicazioni che possono essere davvero molto pericolose.
Contrarre l’influenza in gravidanza ad esempio può avere serie ripercussioni sulla vita della madre e del feto. In questo caso quindi la vaccinazione rimane l’unico metodo più sicuro ed efficace per prevenire l’infezione in qualsiasi trimestre di gravidanza. Stessa cosa si può dire per i bambini, più soggetti a sviluppare complicazioni respiratorie, facendo un’ intensa vita comunitaria (e voi mamme di bambini che vanno all’asilo sapete di cosa sto parlando!).
Nonostante queste raccomandazioni, anche in questo caso la copertura per il vaccino antinfluenzale resta spesso al di sotto dei limiti sperati. Questo avviene forse a causa della “credenza popolare” che i vaccini fanno male per la salute e che in gravidanza non si possono assumere farmaci. Di conseguenza è importante che tutti gli operatori sanitari diano maggiori informazioni a riguardo, ed è per questo che ho deciso di parlarvene.
Quali sono i sintomi dell’influenza e quanto dura?
L’influenza è una malattia infettiva di origine VIRALE (per cui non sarà necessario l’antibiotico, salvo espresse indicazioni mediche) che porta a vere e proprie epidemie principalmente nella stagione invernale.
Colpisce il tratto respiratorio in modo più o meno grave. I sintomi principali sono:
- Febbre che dura dai 5 ai 7 giorni
- Dolori muscolari e articolari
- Spossatezza e inappetenza
- Mal di gola e tosse
- In alcuni casi, specialmente nei bambini, possono essere presenti anche nausea e vomito
Le buone norme per la prevenzione dell’influenza
Oltre alle buone norme igieniche che nella stagione invernale devono ancor di più essere rigorosamente rispettate (lavare spesso le mani, coprirsi la bocca quando si tossisce o si starnutisce, evitare di toccarsi naso, occhi e bocca), la vaccinazione è il mezzo preventivo più efficace.
L’influenza nella maggior parte dei casi è una malattia benigna che guarisce spontaneamente nell’arco di pochi giorni. Bisogna tenere sotto controllo la febbre alta con il paracetamolo (trovate l’articolo qui per i dosaggi in età pediatrica), considerato il farmaco antipiretico e antidolorifico di elezione sia in gravidanza che nella prima infanzia. E’ necessario stare a riposo ed evitare di entrare in contatto con gli altri membri della famiglia, essendo molto contagiosa.
Il vaccino antinfluenzale funziona veramente?
Esistono centinaia di virus responsabili di forme parainfluenzali, con sintomi molto simili o addirittura sovrapponibili a quelli dell’influenza stessa, e ovviamente il vaccino antinfluenzale non ha nessuna copertura contro questi virus. Questo è uno dei motivi per cui si tende a non dare importanza a questo vaccino credendolo quasi inutile, ma in realtà è una credenza sbagliata perché proprio nei soggetti a rischio sono altissime le probabilità di conseguenze anche gravi, e lo scopo della vaccinazione è quello di andare a creare di anno in anno una copertura vaccinale sufficientemente adeguata.
Non bisogna dimenticare infatti che l’influenza è un grave problema di salute pubblica proprio a causa dei costi sanitari elevati in caso di complicazioni (che superano di gran lunga il costo dei vaccini stessi); la vaccinazione quindi rappresenta sempre e comunque la migliore strategia in termini di costi – benefici –efficacia.
Il vaccino antinfluenzale in gravidanza
La gravidanza non altera in nessun modo l’efficacia del vaccino, infatti il titolo anticorpale (il valore che ci indica come il nostro sistema immunitario reagisce ad una sostanza estranea, in questo caso al vaccino) presente nella donna incinta vaccinata, è paragonabile a quello di una qualsiasi donna non incinta e ugualmente vaccinata.
Ma non solo: aumentando e attivando gli anticorpi nella mamma nei confronti di una specifica malattia, questi vengono trasmessi al feto che quindi avrà un sistema immunitario più preparato in caso di contatto esterno. Quindi vaccinando una persona “a rischio” come la donna in gravidanza, automaticamente si protegge anche il neonato che è ancora più debole e a rischio.
Questa caratteristica è molto importante specialmente per i bambini che nascono in inverno e che, fino ai 2-3 mesi di vita (quando si iniziano le prime vaccinazioni) sono completamente esposti e vulnerabili agli attacchi esterni.
Su questo principio si basa anche il vaccino contro la pertosse (potete trovare l’articolo qui), raccomandato in gravidanza per gli stessi motivi.
Vaccinare anche i bambini? Si!
Il vaccino antinfluenzale ha una forte efficacia scientificamente provata nei bambini a partire dai due anni, specialmente in età scolare quando inevitabilmente si accusano più malanni di stagione.
La raccomandazione della vaccinazione aumenta nei bambini con fattori di rischio come malattie croniche e prematurità, che sono più soggetti a sviluppare complicazioni.
Perchè il vaccino antinfluenzale non è raccomandato nei bambini sotto i 6 mesi di vita? Semplice: perchè in questa fascia di età non ci sono dati certi per quanto riguarda l’efficacia.
Come avviene la vaccinazione antinfluenzale, chi non può vaccinarsi e i possibili effetti collaterali
La somministrazione avviene sempre attraverso una dose da 0,50 ml, tranne nei bambini fino ai 9 anni che non sono mai stati vaccinati prima: in questo caso le dosi sono 2 (sempre da 0,50 ml) da effettuare a distanza di almeno un mese.
Il vaccino non può essere somministrato:
- durante una malattia acuta di grado medio-elevato anche in assenza di febbre e fino a guarigione completa
- persone che hanno avuto una precedente reazione allergica ad un componente del vaccino
Può invece essere tranquillamente somministrato durante l’allattamento, e anche in caso di allergia alle proteine dell’uovo tranne nei casi in cui in passato si è presentato shock anafilattico.
In seguito alla somministrazione del vaccino possono essere presenti sintomi a livello locale, quindi gonfiore o dolore nella sede dell’iniezione, spossatezza e febbre per un paio di giorni. Tutti gli effetti avversi non previsti devono essere segnalati (come per tutti i farmaci) tramite il proprio medico curante al sistema di farmacovigilanza dell’AIFA.
E ora siete ancora convinti che una semplice influenza sia realmente innocua? Meglio vaccinarsi allora!!!
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